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Ciao, sono Caterina Ramella Gal

ho 34 anni e vivo a Biella. Amo la danza classica, sono capo scout, mi piace leggere e viaggiare, scoprire mondi sempre nuovi e diversi.

Nel mio percorso di studi, ho scoperto e apprezzato lo studio delle lingue straniere come strumento per creare relazione. É proprio questo che mi affascina: la relazione. Da sempre, la mia vera passione è il contatto con la gente, con individui che non mi assomigliano molto, che vivono situazioni diverse e parlano lingue differenti. Così, tra un corso e l’altro, ho avuto la possibilità di studiare qualche mese in Spagna, in Inghilterra, e di viaggiare in Tanzania, dove ho insegnato l’inglese in un orfanotrofio all’interno di una missione di suore Rosminiane.

Mi sono chiesta quale valore abbia un interprete in grado di immedesimarsi nella situazione, di viverla e quindi di infondere fiducia in chi ascolta e/o parla; questo è ciò per cui sto lavorando, è ciò che vorrei diventare: un’interprete che merita fiducia. Credo che il mestiere dell’interprete, in modo particolare nelle situazioni di traduzione simultanea, sia davvero difficile, ma può diventarlo ancora di più se non c’è passione.

Basti pensare a quanto può essere fondamentale il suo ruolo, quanto una situazione possa cambiare se è solamente “tradotta” e non “interpretata”. Molti film riportano circostanze di questo tipo; uno in particolare mi ha affascinato (A prova di errore, 1964). Racconta di un errore fatale compiuto dai servizi americani (in tempo di guerra fredda) nel lanciare missili atomici su Mosca. Nessuno ormai poteva fermare il disastro atomico; il Presidente americano chiese al suo interprete di riuscire a trasmettere al Presidente Russo, in una semplice telefonata, la sincerità del suo stato d’animo. Non si salvò nessuno, ma russi e americani, grazie al lavoro del giovane interprete, salvarono almeno la loro dignità di fronte al mondo intero.

Questo è ciò che mi ha spinto a studiare seriamente la lingua inglese, spagnola e in parte quella araba; la possibilità di essere utile a persone che non riescono a comprendersi, a “capirsi”. Vi sarò grata se mi concederete un po’ della vostra fiducia nell’affidarmi grandi e piccoli incarichi… D'altronde i grandi risultati si sudano e passano inevitabilmente dalle piccole cose.

Caterina

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